I deliri del Comitato No Parco
COMUNICATO STAMPA
Alle persone piu’ attente non sarà sfuggita l’asimmetria tra l’autoesposizione e gli atteggiamenti del comitato pro parco e quella della controparte “no parco”. Da un lato si articolano ragionamenti logici, sorretti da dati e statistiche, dall’altro urla, bestemmie, bugie. Un confronto reso in modo plastico a Pietralunga, dove una folla di urlanti ha di fatto impedito, tra urla, bestemmie, invettive, al comitato promotore del Parco Nazionale di esporre le proprie tesi. In un paese democratico, in Europa, le tesi e le idee sono libere e di libera esposizione. E qualsiasi tesi è confutabile, si può essere d’accordo o dissentire; poi decide la maggioranza. La democrazia consiste soprattutto in questo. “Tra breve invieremo pure una diffida legale ai promotori del Parco, che con le loro idee, vorrebbero andare a limitare delle attività economichee ricreative che insistono nel nostro territorio”. In queste poche righe riportate dal Carlino del 07 agosto vi è tutta la filosofia degli agita popolo: le idee degli altri non sono legittime e quindi non devono essere espresse, perché altrimenti “… pagheranno i danni di qualsiasi cosa possa scaturire dalle loro azioni…”. Manca solo il riferimento esplicito al manganello e ci siamo. Il fascismo cominciò così. La violenza verbale (e non solo, visto l’episodio di Pietralunga) di questi signori è tale che il Parco sembra quasi passare in second’ordine: diviene secondario rispetto alla tenuta democratica del paese, in questo clima di urla e improperi. Qualche amministratore un po’ pavido (ce ne sono sempre) potrebbe cedere alle pressioni dei facinorosi urlatori e schierarsi contro la libertà di pensiero. E’ già successo, in Italia ne abbiamo esperienza. Urlatori che, è bene ricordarlo, sostengono di essere una “maggioranza”, affermazione sempre molto pericolosa perché da un lato in democrazia anche le minoranze hanno il diritto di esprimersi, dall’altro una maggioranza è tale solo quando è conclamata. E pensare che nelle linee guida del Comitato Pro Parco vi è quello del raggiungimento di un accordo generale tra tutte le parti, a prescindere dai rapporti numerici. E’ un concetto di democrazia estrema e partecipata; o meglio lo sarebbe, visto che è stato impossibile esplicitarlo.
Un altro aspetto emergente è una conoscenza a dir poco approssimativa da parte degli urlatori professionisti, delle linee di distinzione tra ciò che è legale e ciò che non lo è, viste le affermazioni (ai limiti del comico) relative ad “iniziative legali”di cui sopra. Una confusione di tale fatta è però potenzialmente pericolosa, perché qualcuno può sentirsi autorizzato ad azioni non propriamente in linea con l’ordinamento giuridico vigente.
E infine, la pretesa di volersi connotare come movimento “apolitico” e “apartitico” sulla quale si può sorridere serenamente e lasciare il giudizio a chi legge tali facezie.
Ricordiamo che il Parco Nazionale del Catria, del Nerone e dell’Alpe della Luna è un’idea, una bella idea per il rilancio del territorio e della sua economia e delle sue strutture, probabilmente la sola via praticabile. Chi vuole mantenere lo status quo, con i suoi chiaroscuri e aree opache, probabilmente ha i suoi interessi, che però sono una cosa diversa dal bene comune. Ma volendo, possiamo parlare anche di quelli. Quindi, in definitiva quella perpetrata dai “no parco” è una guerra ad un’idea. Se fossimo ai tempi dell’inquisizione avrebbero già acceso i roghi.
Il Consiglio Direttivo dell’Associazione di Promozione Sociale Comitato Promotore per l’Istituzione del Parco Nazionale del Catria, Nerone e Alpe della Luna